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Cordovado

Comuni itinerario

CORDOVADO

ingresso borgo Cordovado


Cordovado: comune che confina con il Veneto, abitato da circa 2.700 persone, dal 2004 è inserito fra i “borghi più belli d’Italia”.
Il suo nome deriva dal latino e designa una corte, ovvero un complesso agricolo posto vicino ad un fiume, il Tagliamento.








STORIA
Il bellissimo borgo fortificato, le cui origini sono anteriori all'anno 1000, e addirittura di epoca preistorica, sorge racchiuso entro un circuito murato di forma pressocchè quadrilatera, costruito sull'antico castrum romano, con le due torri portaie scudate settentrionale e meridionale, protetto da un ampio fossato tutt'ora esistente. Conserva all’interno della sua cinta muraria, un castello, un borgo medioevale e il santuario mariano più antico della diocesi.

interno borgo Cordovado





Nel 1186, Cordovado viene nominata per la prima volta alla storia in una bolla di Urbano III che elenca tutti i possedimenti temporali (40 pievi) della chiesa.




Nel 1420, Cordovado passa sotto il dominio della Repubblica di Venezia: dopo secoli di violenze e sanguinose guerre civili ha inizio un periodo di relativa quiete e sicurezza, a parte la peste del 1454 che riduce il paese a un cimitero. Ma siccità, invasioni di locuste, razzie dei Turchi (1499), fame, freddo, lupi, terremoti e inondazioni del Tagliamento tornano periodicamente a tormentare la popolazione.
Nel  1797, con l’avvento di Napoleone e la fine della Serenissima, Cordovado diventa municipalità.







Veduta altro lato borgo Cordovado
Veduta borgo Cordovado


IL CASTELLO

Il castello di Cordovado, fu eretto intorno all'XI secolo , (nel 1276 abbiamo la prima citazione), dai vescovi di Concordia per difendere il territorio dalle scorrerie degli Ungari. Vista la favorevole posizione geografica, lo stesso nel tempo assunse notevole importanza tanto da diventare residenza estiva e sussidiaria dei vescovi.


ingresso del castello di Cordovado



Dagli statuti comunali emerge come il castello sia considerato un luogo sicuro per i vescovi, tanto da essere usato come una sorta di capitale militare e politica. Il violento terremoto del 1511 causò importanti crolli nella struttura e sulle fondamenta del vecchio maniero, del quale ad oggi rimangono le due torri e parte delle mura di cinta,  fu costruito l’attuale palazzo, oggi Villa freschi Piccolomini.


I vescovi di Concordia lo governarono tramite un guastaldo, carica questa attribuita alla famiglia dei Ridolfi che aveva il compito di risiedervi stabilmente, di custodirlo, di difenderlo, di amministrarlo e amministrarvi la giustizia. Verso la metà del XVI secolo per matrimonio divenne proprietà dei conti d’Attimis, poi nel XVIII secolo, sempre per matrimonio la proprietà passò alla famiglia dei conti Freschi di Cucanea. Carlo Freschi, figlio di Antonio e Carlotta Freschi, sposò la bellissima contessa veronese Eleonora Sparavieri.

Carlo seguì la carriera diplomatica ma allo scoppio della prima guerra mondiale si mise al servizio della patria. Suo figlio Antonio Luigi morì giovanissimo durante la seconda guerra mondiale. Fu così che sua sorella Nicoletta, moglie del conte Lorenzo Piccolomini Clementini Adami, della prestigiosa casata senese che ha dato alla chiesa due papi, ereditò le proprietà della famiglia Freschi. Nicoletta fu donna dai molteplici interessi e di grande umanità, visse a lungo nella sua villa di Cordovado, dedicandosi personalmente alla conservazione, al restauro e alla valorizzazione delle sue proprietà all’interno del borgo.

Al fine di garantire continuità al suo progetto lasciò ad ognuno dei suoi dieci figli una casa all’interno del castello. Grazie alla sua lungimiranza oggi questo borgo è vissuto e amato.  www.castellodicordovado.com




Borgo con accesso al castello di Cordovado
Borgo con accesso al castello di Cordovado
VILLA FRESCHI PICCOLOMINI

In Villa Freschi Piccolomini, struttura imponente di linee rinascimentali, a tre piani con ampio portale d’ingresso, si trova uno splendido giardino composto da parco all’inglese e giardini all’italiana. I primi hanno subito negli anni Venti interventi da parte di Carlo Sigismondo Freschi che fece abbattere i tratti di mura prospicienti il Castello per estendere verso la campagna il parco rimodellato secondo influenze romantiche. In questo vasto spazio vennero ricostruiti dei piccoli boschetti o gruppi di specie cespugliose, arbustive o arboree raggiungibili da un reticolato di sentieri che si sviluppano liberamente, delimitati ai lati da siepi regolari. La villa nell’800 ha ospitato anche Ippolito Nievo.Fra le diverse varietà vegetali emergono alcuni esemplari sia per bellezza che per vetustà: una magnolia (Magnolia grandiflora), un cedro (Cedrus deodora), una sofora (Sophora japonica) e due imponenti olmi (Ulmus campestre). In un boschetto sono anche visibili alcuni esemplari di bosso, un tempo struttura vegetale di un labirinto ormai del tutto scomparso. Nella parte periferica il parco risulta separato dai territori limitrofi per mezzo di una cortina di alberi d’alto fusto.

Diverso è invece lo stato di conservazione del giardino all’italiana posizionato intorno alla costruzione. Probabilmente ha mantenuto nella sezione antistante la villa (giardino d’onore), la tradizionale forma geometrica, anche se coperto solo da specie arboree; un ampio cerchio collocato di fronte all’ingresso principale è delimitato da una serie di platani piantati a ritmo regolare al fine di incorniciare l’area: è questa la cavallerizza così chiamata per l’uso originario cui era destinata. L’area compresa tra la villa e il parco è trattata in parte a cortile in parte a prato, il cui accesso è filtrato da una pergola ricoperta da specie rampicante, unica permanenza dell’antica sistemazione dell’area a giardino all’italiana.
Per le visite su appuntamento tramite l'ufficio visite del Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del Friuli Venezia Giulia.
Segreteria del Consorzio
Tel.: +39 0432 288588
Fax: +39 0432 229790
visite@consorziocastelli.it

PALAZZO CECCHINI

Palazzo Cecchini, oggi sede della Biblioteca, è lascito dell’ingegnere ferroviario e filantropo Francesco Cecchini (1819-97), che alla comunità ha conferito anche l’immobile oggi utilizzato come scuola materna. Il restauro degli affreschi dell’abside dell’antica pieve di Sant’Andrea (il portale reca la data del 1477) ha portato alla luce anche il loro vero autore, Gianfrancesco da Tolmezzo, che li ha realizzati agli inizi del Cinquecento.


Palazzo Cecchini di Cordovado
SANTUARIO SANTA MADONNA DELLE GRAZIE

Il santuario della Madonna delle Grazie (1603) è un gioiello d’arte barocca, a pianta ottagonale con un soffitto splendidamente intagliato e dorato da Cataldo Ferrara (1656-58), gli ovali dipinti da Antonio Carneo con figure di Santi e Profeti, le statue a stucco di Andrea dell’Aquila e i dipinti di Antonio Moretto.


Santa Madonna delle Grazie di Cordovado
VARIE

Attività: a settembre si svolge la suggestiva Rievocazione Storica che ricorda le nobili nozze svoltesi nel 1571 tra Riccarda d'Arcano e Francesco Ridolfi di Cordovado.

Il prodotto del borgo:  porta il nome di un personaggio del romanzo di Ippolito Nievo, lo Spaccafumo, dolce artigianale fatto con fichi secchi, uvetta, noci, nocciole, pinoli, mandorle, arancini e miele. http://www.borghipiubelliditalia.it

Il piatto del borgo: “Lengal”, questo tipico piatto della tradizione contadina della zona, costituito dalla lingua di maiale insaccata con la carne di cotechino e che da il nome ad una centenaria sagra nel mese di Agosto. Cotto a lungo, come un cotechino, assieme a varie verdure, viene poi presentato a fette tipicamente assieme alla polenta ed è un piatto che solitamente veniva consumato nel giorno dell’Ascensione, dopo che le semine del granoturco erano terminate e il primo fieno era già stato raccolto.


Cordovado
Rievocazione storica di Cordovado



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